Confermata dal Governo nella riunione di ieri la proroga di Opzione Donna e APE Sociale nella prossima Legge di Bilancio.
Rinviato però ancora l’esame della riforma complessiva del sistema che per la CSE è la vera priorità
Trascriviamo di seguito il notiziario CSE n. 11 avente ad oggetto gli esiti del tavolo di confronto con la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo.
La riunione tenutasi ieri con il vertice politico del Ministero del lavoro e delle politiche sociali si è limitata a prendere atto delle proroghe e delle altre misure da inserire nella legge di Bilancio 2021, già annunciate nella riunione del 18 settembre.
Sostanzialmente si tratta della proroga degli istituti Opzione donna e Ape sociale (è ancora da verificare la fattibilità economica di una estensione dei beneficiari anche ai lavoratori fragili da noi richiesta), dell’estensione del contratto di espansione alle imprese al di sotto dei mille dipendenti, di un possibile ricalcolo ai fini pensionistici dei periodi di part time, e di un alleggerimento dei costi sostenuti dalle aziende per lo scivolo dei dipendenti verso la pensione (isopensione).
Abbiamo di nuovo confermato la nostra sostanziale condivisione rispetto a queste misure, ma come CSE abbiamo ribadito la necessità che non vada perso l’impegno assunto dalla Ministra Catalfo all’atto di insediamento di questi tavoli di confronto, sulla necessità di riformare in modo compiuto e organico il sistema pensionistico.
Il Paese, gli attuali pensionati e chi dovrà andare in pensione, hanno bisogno di una profonda riforma che elimini le attuali iniquità, garantisca il riconoscimento del lavoro svolto, tuteli il reddito, riconosca ai fini pensionistici i lavori usuranti rivisti anche alla luce dei fenomeni pandemici in atto.
Abbiamo quindi ribadito le principali priorità che dovranno essere affrontate nei prossimi giorni in sede di confronto politico e tecnico:
-
individuazione delle finestre di uscita al termine del triennio sperimentale di quota 100 che superino le iniquità della legge Fornero;
-
rivalutazione del montante di aggiornamento delle pensioni, al fine di tutelare il potere d’acquisto degli attuali pensionati;
-
staffetta generazionale con meccanismi che consentano l’uscita dal lavoro e nuove assunzioni;
-
separazione tra previdenza e assistenza;
-
rivisitazione e aggiornamento dei lavori usuranti;
-
superamento degli inaccettabili vincoli sull’erogazione del TFS/TFR ai pensionati pubblici.
Condizioni queste necessarie a dare senso e dignità al confronto con le parti sociali che altrimenti rischia di essere solo un mero, e inutile, esercizio formale.