LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI STANNO GARANTENDO LA TENUTA DEL SISTEMA PAESE, OBBLIGARE I LAVORATORI ALLE FERIE È SBAGLIATO!
Ennesimo colpo di coda della vecchia burocrazia, la FLP scrive al Ministro.
In questi giorni di emergenza, i lavoratori delle pubbliche amministrazioni stanno tenendo insieme il Paese, garantendo i servizi pubblici e le garanzie costituzionali.
Prima di tutto, la sanità: medici, infermieri, operatori sanitari, e non solo; pensiamo solo ai lavoratori degli Enti Locali, a quelli che saranno chiamati a gestire tutte le procedure per gli ammortizzatori sociali, quelli che assicurano lo sdoganamento delle mascherine, dei presidi sanitari e delle derrate alimentari, coloro che svolgono il loro lavoro in ausilio alle forze dell’ordine e a tutti gli altri.
In breve, laddove c’è un servizio da assicurare al Paese vi sono lavoratori pubblici coinvolti.
Il fatto che la maggior parte dei lavoratori siano in questo momento in smart working, non vuol certo dire che stanno a casa a fare poco o nulla. Continuano a svolgere il loro lavoro perché il Paese non si fermi completamente.
Ed è chiaro che, se fino a qualche settimana fa, in tutti gli incontri con il Governo, i sindacati si sono sempre lamentati delle carenze d’organico conseguenti al mancato turn over dell’ultimo decennio, non è che all’improvviso i lavoratori del pubblico impiego si sono moltiplicati.
Non si capisce, quindi, come e perché sin dall’inizio dell’emergenza una parte della burocrazia ha fatto di tutto per mettere in “ferie forzate” lavoratori che servono e stanno lavorando al servizio della nazione.
Nei giorni scorsi abbiamo aperto una linea diretta con i lavoratori a proposito di modalità di gestione del personale discutibili che stiamo riscontrando (e preghiamo tutti di continuare a inviare segnalazioni alla casella di posta elettronica dedicata: covid19@flp.it) e siamo stati letteralmente inondati di mail che testimoniano quante siano le storture di questi giorni.
È questo anche il caso della fruizione delle ferie: abbiamo intercettato casi in cui la dirigenza ha messo in ferie forzate lavoratori come precondizione per la “concessione” dello smart working, che è invece, per legge, l’ordinaria modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. Come, insomma, se lo smart working equivalesse allo stare a casa senza far nulla.
Vogliamo invece ricordare che, purtroppo, proprio per le carenze d’organico, la stragrande maggioranza dei lavoratori non ha potuto fare le ferie 2019 entro lo stesso anno ed è stata costretta a rinviarle al 2020, e i contratti prevedono che se le ferie non sono state fruite per motivi di servizio vengono rinviate entro giugno dell’anno successivo.
A questo aggiungiamo che, in questo momento, il personale serve e continuerà a servire almeno fino al termine dell’emergenza Covid19.
Da dove arriva, allora, la lettura restrittiva che molte amministrazioni stanno dando all’articolo 87, comma 3 del Decreto Legge n. 18/2020 e soprattutto, cosa prevede la norma citata?
L’articolo 87, comma 3 del DL 18/2010 prevede che nel caso in cui non sia possibile ricorrere al lavoro agile per alcune tipologie di lavoratori, questi possono essere esentati dal servizio, cioè pagati per stare a casa perché non è possibile impiegarli diversamente. Le ferie pregresse vanno quindi consumate per ovviare, almeno in parte, al fatto che non è possibile impiegare i lavoratori in lavoro agile e non tolte arbitrariamente ai lavoratori che stanno lavorando e, anche dalle proprie abitazioni, assicurano la tenuta democratica dell’Italia.
Per tutti coloro che stanno continuando a lavorare, anche da casa, è chiaro che le ferie devono essere rinviate per motivi di servizio per lo meno fino a giugno 2020 e comunque sino alla fine dell’emergenza. Tutto ciò a meno che non siano i lavoratori stessi a chiedere ferie in questo periodo e le amministrazioni riescano a concederle garantendo comunque i servizi pubblici.
Invece sta accadendo il contrario: obbligo di usare le ferie, la banca ore e quant’altro a disposizione del lavoratore entro, al massimo, il 30 aprile. Misure, che oltre ad essere dannose per i servizi pubblici, sono lesive delle previsioni contrattuali richiamate dal Decreto Legge 18/2020.
Per questo la FLP ha scritto oggi al Ministro della Pubblica Amministrazione invitandola ad emanare una direttiva che specifichi – benché la norma sia chiarissima – ai cattivi burocrati che le ferie pregresse non devono essere fruite se si sta lavorando, anche in smart working, e che è opportuno che siano rinviate al 30 giugno e comunque sino alla fine dell’emergenza Covid-19.
Abbiamo anche dato al Ministro la nostra disponibilità ad aprire un tavolo di contrattazione immediato laddove il periodo di emergenza e il massiccio svolgimento delle prestazioni lavorative in smart working rendessero necessario adeguare i contratti esistenti alla situazione contingente.
La nota inviata al Ministro è allegata al presente notiziario.
LA SEGRETERIA GENERALE FLP