Pubblicati i dati dell’Osservatorio INPS sui flussi di pensionamento

Pensioni anticipate 2024 in numero molto ridotto rispetto al 2023

In data 23 luglio u.s., sono stati pubblicati i dati dell’”Osservatorio” INPS sui flussi di pensionamento, che offrono alcuni dati interessati sull’andamento delle pensioni nell’anno 2023 e nel 1° semestre 2024, con riferimento alle pensioni di vecchiaia, agli assegni sociali, alle pensioni anticipate, a quelle di invalidità e a quelle ai superstiti. Proviamo allora a leggere più da vicino alcuni dati.

Il totale delle pensioni dell’anno 2023 sono state pari a 832.900, per un importo medio mensile erogato di € 1.201; nel 1° semestre 2024, invece, il totale delle pensioni erogate è stato pari a n. 377.000 (meno della metà del 2023) per un importo medio mensile degli assegni pensionistici di € 1.197 €, dunque più basso rispetto al 2023, pur a fronte degli aumenti dovuti alla perequazione.

Interessante anche il raffronto circa le diverse categorie di pensioni tra il 2023 e il 2024. Per l’anno 2023, le pensioni di vecchiaia sono state n. 318.866, comprensive degli assegni sociali; quelle anticipate n. 228.570; quelle di invalidità n. 56.975 e quelle ai superstiti n. 228.489. Nei primi sei mesi del 2024, invece, le pensioni di vecchiaia sono state n. 152.641; quelle anticipate, n. 99.707; quelle di invalidità n. 22.730 e infine quelle ai superstiti n. 101.841. Dunque, in generale si va meno in pensione nel 2024 rispetto al 2023, in particolare in pensione anticipata, e con assegni in media più bassi, a causa certamente delle restrizioni imposte dalla legge di bilancio 2024. Crollo anche per “opzione donna”: nel 1° semestre 2024 solo 2.107 pensioni liquidate a fronte delle 11.576 del 2023.

Con riferimento alle differenze di genere, i dati dell’Osservatorio mettono in evidenza come, nel 1° semestre 2024 rispetto al 2023, la percentuale delle pensioni femminili rispetto a quelle maschili risulti più bassa (114%, nel 2023 è stata di 4 punti in più); invece, dal punto di vista territoriale, nel raffronto 2023-2024, i dati dei pensionamenti dei residenti al Nord trovano piena conferma (48%).

Per quanto attiene alle diverse gestioni, quella del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) ha totalizzato n. 357.522 pensioni nel 2023 e n. 167.770 nel 1° semestre del 2024; invece, la gestione Dipendenti Pubblici ha registrato n. 131.823 pensioni nel 2023 e n. 44.817 nel 1° semestre 2024, dato questo decisamente ridotto in % rispetto al 2023, che evidenzia come anche per i dipendenti pubblici sia più difficile nell’anno in corso andare in pensione rispetto al precedente anno 2023.

I numeri dell’Osservatorio confermano un dato che come CSE FLP Pensionati denunciamo da tempo: il crescente allungamento dei tempi di pensionamento a causa della sempre minore flessibilità in uscita. E’ prevedibile che la tendenza si accentui nei prossimi mesi, a causa del combinato tra introduzione del calcolo contributivo, differimento della finestre mobili e tetto assegni fino alla pensione di vecchiaia. Servirebbe allora una profonda riforma della legge Fornero, tante volte annunciata ma di fatto mai perseguita, ma dal Governo non arrivano purtroppo segnali confortanti.

Vedremo se, alla ripresa autunnale e alla vigilia del varo del DDL Bilancio 2025, qualcosa si muoverà in proposito e si aprirà finalmente il confronto con le Parti sociali che chiediamo invano da tempo.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE CSE FLP PENSIONATI

Scarica il notiziario