Mancato inquadramento del personale nella nuova area delle elevate professionalità e accesso alla dirigenza
Non è un errore nella norma, come pare evincersi da alcuni articoli di stampa, ma
una precisa volontà di Brunetta, avallata da tutti gli altri sindacati, e solo da noi fortemente contestata in sede di rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali
Lascia l’amaro in bocca leggere sulla stampa in questi giorni la notizia che l’aver deciso (da altri e non da noi) di lasciare al momento vuota, e quindi senza inquadrare parte dei funzionari oggi in servizio, l’Area delle elevate professionalità, renderebbe inapplicabile la nuova previsione normativa che prevede la possibilità di accedere alla dirigenza con procedure interne riservate al personale inquadrato nelle posizioni apicali.
Per tutti i nove mesi di negoziato con l’Aran la FLP, che si è battuta per l’istituzione della nuova Area, ha chiesto con forza che anche per questa nuova Area fosse prevista una norma di prima applicazione che permettesse di riconoscere la professionalità e l’impegno delle decine di migliaia di funzionari in servizio nelle Amministrazioni delle Funzioni Centrali. Posizione che abbiamo proposto anche in sede parlamentare nelle diverse fasi di approvazione delle norme che hanno riscritto parte del D. Lgs. 150.
In questa battaglia siamo però rimasti soli.
Abbiamo dovuto fare i conti non solo con la volontà delle controparti, che colpevolmente volevano riservare tale Area prioritariamente alle nuove assunzioni, ma anche con la precisa scelta delle altre OO.SS., in primis CGIL, CISL e UIL, che hanno depotenziato consapevolmente la nuova Area contrattuale, dopo averne contrastato l’istituzione, temendo una presunta disarticolazione dell’attuale terza Area, privilegiando quindi per l’ennesima volta la politica dell’appiattimento verso il basso delle professionalità, da tempo rigidamente cristallizzate e bloccate nel loro percorso di carriera.
Non è stato il destino cinico e baro, e neanche una disattenzione nella scrittura della norma.
E’ bene ricordare la nostra proposta di nuovo ordinamento che andava nella direzione di riconoscere tutte le professionalità:
- permettere lo svuotamento della prima Area;
- riconoscere e reinquadrare in terza area tutto quel personale che in questi decenni ha svolto funzioni e mansioni da funzionario, pur essendo sotto inquadrato in seconda Area;
- impedire l’appiattimento nella terza Area e quindi procedere conseguentemente anche al necessario, giusto e meritato inquadramento nell’Area delle elevate professionalità a chi è inquadrato in terza Area da anni e ha svolto in tutte le nostre Amministrazioni funzioni di responsabilità, attività specialistiche e/o complesse, nel campo delle verifiche e dei controlli, delle autorizzazioni, dei rimborsi, dei rapporti con l’utenza, delle istruttorie, delle responsabilità contabili, della rappresentanza in giudizio, etc.
Non un inquadramento per pochi, o di nicchia, quello per cui ci siamo battuti, ma ampio, coerente con le missioni e le peculiarità delle attività svolte.
In tale ambito abbiamo voluto garantire anche percorsi che prevedessero l’accesso dall’interno alla dirigenza come sviluppo di carriera.
Una modifica normativa, da noi sollecitata, e che seppur depotenziata poi negli aspetti applicativi (riserva solo del 30 per cento delle posizioni disponibili negli organici delle Amministrazioni, al netto del 50 per cento riservato ai concorsi della SNA – Scuola Nazionale dell’Amministrazione) può costituire una nuova opportunità.
Ma è evidente che non è pensabile ritenere che l’accesso alla dirigenza sia l’unico sbocco professionale per le decine di migliaia di funzionari oggi inquadrati in terza Area, che invece possono e debbono potersi misurare sia con l’Area delle elevate professionalità che con l’accesso alla dirigenza.
Abbiamo la sensazione che gli articoli di stampa di questi giorni e qualche dichiarazione sindacale riportata, mirino nei fatti ad affossare, prima che decolli, l’Area delle elevate professionalità, agitando strumentalmente l’impossibilità per i funzionari di poter partecipare alle prossime (del tutto ipotetiche al momento) procedure interne per la dirigenza. Argomento segnalato e rilanciato probabilmente da chi, in odore di “promozione interna” alla dirigenza in qualche Amministrazione, teme di perdere l’occasione che si potrebbe presentare…
In ogni caso la nostra posizione come FLP è chiara: l’Area delle Elevate Professionalità finché non entrerà in vigore a regime (e ora come abbiamo visto è vuota) non costituisce l’area apicale del personale delle Funzioni Centrali, per cui, ove dovessero essere bandite procedure interne per l’accesso alla dirigenza, bisognerà fare riferimento all’attuale Area dei Funzionari.
Questo però non ci impedisce di proseguire la nostra azione sindacale per mettere in campo tutte le iniziative affinché nel contempo l’Area delle Elevate Professionalità sia riempita di contenuti e di professionalità interne, a partire dalla riserva del 50 per cento dei posti nel caso le Amministrazioni prevedessero procedure di reclutamento esterno per detta Area.
Il nuovo ordinamento professionale delineato dal nuovo CCNL (ancora incredibilmente inapplicato per i ritardi nelle fasi di certificazione – vedi ns. Notiziario n. 10 dell’11 marzo 2022) è ancora tutto da costruire, e necessita di numerosi momenti applicativi che andranno seguiti con attenzione in ogni Amministrazione per renderlo realmente esigibile, sia con riferimento alle dinamiche interne alle Aree, che per quanto concerne le progressioni tra tutte le Aree previste.
Queste sono per noi le principali priorità.
La Segreteria Generale FLP