LA FLP CONFERMA IL NO AL CCNL DELLE FUNZIONI CENTRALI
13 Feb 2018 - Slider
Nel pomeriggio di oggi CGIL CISL UIL e UNSA hanno sottoscritto definitivamente il CCNL delle Funzioni Centrali.
Pare incredibile, eppure la versione definitiva è anche peggio della preintesa che tanto malumore ha creato tra le centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori delle Amministrazioni centrali.
Infatti nel testo finale, dopo la fase certificativa, viene esplicitato in modo evidente (ma la FLP aveva già denunciato l’inghippo) che il cosiddetto assegno perequativo, su cui tanto si è discusso e che avrebbe dovuto garantire maggiore equità, non solo è assolutamente ridicolo, ma viene erogato una tantum e solo per il 2018, senza nessun riflesso per gli anni successivi.
Così come viene elegantemente definita una “errata corrige” la norma ora inserita, che diviene quindi disposizione contrattuale, che prevede la conferma, prima prevista per disposizioni unilaterali dei Governi, dei limiti di tetto non superabili dei Fondi di produttività. Con l’impossibilità quindi di recuperare e rendere erogabili tutte le risorse derivanti dalle attività aggiuntive, dalle perfomance raggiunte dai lavoratori in termini di efficienza e qualità dei servizi. Questo con la firma dei “sindacati”!
Una ulteriore discriminazione nei confronti del lavoro pubblico!
Come se non bastasse nel testo finale vengono cancellate con un tratto di penna anche le norme di maggior favore che negli anni scorsi erano state recepite nei Contratti per il personale (vedi ex Monopoli di Stato) oggetto di numerose ristrutturazioni e riorganizzazione aziendali.
Un brutto contratto, che non risponde in alcun modo a circa dieci anni di blocco contrattuale, che di fatto azzera anche il 2016 e 2017 e non solo per il 2015 i “benefici economici”, e che interviene in modo peggiorativo su diritti fondamentali e costituzionali come quelli della salute.
Nessun vero investimento, nessuna risposta in termini di riconoscimento professionale; vengono addirittura non istituite le pur previste sezioni speciali che avrebbero dovuto garantire il mantenimento di alcune specificità allo scopo di poter assecondare i processi di riforma e di miglioramento delle attività per una PA sempre più al servizio dei cittadini e del Paese.
Un contratto approvato in sordina nelle Segreterie sindacali, che non è stato sottoposto all’attenzione ed alla valutazione dei lavoratori, ma quando è avvenuto, solo di sparute rappresentanze di delegati sindacali delle OO.SS. firmatarie.
La FLP e la Confederazione CGS non solo non firmano questo contratto, ma continueranno la loro iniziativa nel Paese, tra i lavoratori, negli Uffici a difesa della democrazia e della dignità del lavoro pubblico.
Impugneremo questo contratto per vedere annullata l’incredibile previsione voluta dall’Aran e dei firmatari di escludere dalla contrattazione e dal sistema di partecipazione le Organizzazioni sindacali che non accettano i contenuti nefasti del contratto.
Una norma già censurata nei mesi scorsi dalla Corte Costituzionale nella famosa vertenza che contrappose la FIOM al gruppo Fiat al momento dell’esclusione del sindacato dei metalmeccanici dai tavoli di trattativa perché non avevano voluto firmare il contratto proposto dall’azienda.
Perché a prescindere dai contenuti non è pensabile prevedere una norma sanzionatoria nei confronti di chi il diritto alla rappresentanza e alla contrattazione l’ha conquistato con il consenso certificato da specifiche e previste leggi dello Stato.
Rivendicheremo anche l’istituzione delle sezioni speciali, previste da specifiche norme e dallo stesso Atto di indirizzo del Governo, e invece incredibilmente non attuate; non solo per vedere riconosciuta la specifica professionalità dei diversi mondi che lavorano nella PA, ma anche per continuare a garantire quei servizi che invece oggi vengono messi in discussione.
Oggi si è consumata l’ennesima brutta pagina nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico impiego. Che sapranno però riconoscere e valutare quello che è stato fatto, o purtroppo non fatto, dando un preciso segnale a chi pensa ancora di fare giochini sulla loro pelle, in ossequio a logiche che nulla hanno a che vedere con le legittime aspettative dei lavoratori.
A partire dalle imminenti elezioni per il rinnovo delle RSU che dovranno segnare il punto di svolta decisivo nel sistema di rappresentanza del personale.
Roma, 12 febbraio 2018
LA SEGRETERIA GENERALE