La Corte Costituzionale dichiara incompatibile con la costituzione il differimento del pagamento
Del TFS ai lavoratori pubblici
E impegna il legislatore a rimuovere le norme in contrasto con il principio costituzionale della giusta retribuzione.
Esprimiamo soddisfazione per la pronuncia della Corte Costituzionale che con la sentenza n. 130, depositata il 19 giugno 2023 e resa nota con un comunicato stampa il 23 giugno, ha invitato il legislatore ad assumere tutte le iniziative necessarie a rimuovere una situazione, protrattasi ormai da tempo, che contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione, come sollevato dal TAR Lazio nel 2022, in particolare chiedendo di modificare, in modo progressivo, il differimento della buonuscita destinata a chi va in pensione per raggiunti limiti di età o di servizio.
Avremmo preferito una pronuncia che dichiarasse in modo esplicito l’incostituzionalità delle norme che hanno previsto il differimento del pagamento del TFS ai dipendenti pubblici, ma comunque la formula utilizzata dalla Corte Costituzionale nelle motivazioni a corredo della sentenza, chiariscono in modo evidente i profili in contrasto con la Costituzione e accolgono pienamente le motivazioni alla base dell’iniziativa assunta in questi anni dalla FLP per rimuovere gli effetti dell’ennesima normativa punitiva nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici.
Ancora più odiosa perché esercitata in un momento in cui si è più deboli ed esposti alle difficoltà della vita.
Ora Governo e Parlamento non hanno più alibi e non possono ulteriormente differire l’adozione delle norme necessarie a rimuovere l’inaccettabile penalizzazione, tanto più che la Consulta ha censurato anche l’iniziativa degli anticipi onerosi del TFS operato dagli Istituti di credito, che di fatto lucravano sui ritardi dello Stato a riconoscere quello che è a tutti gli effetti un salario differito.
Un primo importante risultato l’abbiamo ottenuto!
Ma la FLP continuerà però con ancora maggiore decisione le sua iniziative per fare in modo che venga data piena attuazione alla sentenza della Corte e non vi siano nuovi e ulteriori “traccheggiamenti” con la scusa della tenuta dei conti pubblici e dei saldi di bilancio.