Fondi di previdenza complementare
SIGLATO L’ACCORDO SULL’ADESIONE PER SILENZIO-ASSENSO AL FONDO PERSEO – SIRIO PER GLI ASSUNTI DAL 1° GENNAIO 2019. LA FLP NON FIRMA E AUSPICA CHE GLI SFORZI SINDACALI VADANO IN ALTRE DIREZIONI
Il 16 settembre scorso è stato sottoscritto definitivamente all’ARAN “l’Accordo sulla regolamentazione inerente le modalità di espressione della volontà di adesione al Fondo Perseo-Sirio, anche mediante forme di silenzio – assenso, ed alla relativa disciplina di recesso del lavoratore” a completamento del “tentativo” di appropriazione della buonuscita (TFR) dei lavoratori, iniziato lo scorso 8 aprile con l’intesa sulle modalità di adesione al fondo complementare e l’introduzione dell’istituto del silenzio -assenso.
Le ragioni della contrarietà nel merito a questo fondo di previdenza complementare sono già state espresse in diversi notiziari (vedi da ultimo il numero 20/2021): la FLP non ritiene che il ruolo del sindacato sia quello di fare acquiescenza alla perdita di pezzi della previdenza pubblica con forme integrative, gestite direttamente dal sindacato stesso, e che per questo alimentano commistioni tra il ruolo di sindacato e quello di gestione di ingenti masse di salario differito.
Siamo convinti, invece, che bisogna continuare a lottare affinché il passaggio da lavoratore attivo a pensionato non sia penalizzante e permetta di mantenere alti livelli di potere d’acquisto che servono sicuramente al singolo lavoratore/pensionato, ma anche al sostegno dei consumi e deve consentire, già dai prossimi anni e, soprattutto, allorquando andranno in pensione i cosiddetti “millennials”, di non vedere la domanda complessiva di beni e servizi crollare verticalmente.
A questo si aggiunga il fatto – dal punto di vista strettamente economico-gestionale – che allo stato non vi sono, a nostro parere, garanzie di gestione e nemmeno condizioni completamente trasparenti sulla convenienza o meno dell’adesione. Non è garantita la piena equivalenza della tassazione con i fondi privati e non vi sono condizioni chiare e pienamente leggibili sulla possibilità di uscire dai fondi senza penalizzazioni.
Ma, al di là del fatto che la FLP è orientata a sconsigliare l’adesione a questi fondi per motivi legati alla gestione e alle condizioni di adesione, nonché al fatto che non è detto che un buon sindacalista sia anche un buon gestore di fondi (e in consiglio di amministrazione la categoria più rappresentata è quella dei sindacalisti), ciò che troviamo assolutamente indigeribile e rafforza la nostra ostilità consiste nell’introduzione dell’istituto del silenzio – assenso per l’adesione. Lo ribadiamo: visto lo scarso gradimento che finora i lavoratori hanno dimostrato, i sindacati confederali hanno escogitato questa soluzione nella speranza di avere qualche adesione sperando nelle “dimenticanze” dei dipendenti, finanche dei loro stessi iscritti. E crediamo che, se anche questa operazione non raggiungerà gli scopi che si sono prefissati, si industrieranno per trovare altre soluzioni per mettere le mani sulle buonuscite di tutti (TFR e TFS) e non solo di quanti assunti dopo il 1° gennaio 2019.
La sospensione della libera scelta democratica chiesta e ottenuta da un soggetto, quello sindacale, che dovrebbe fare della democrazia il proprio caposaldo principale, ci sembra più che commendevole e da combattere con ogni mezzo consentito.
Non crediamo sia il caso di spiegarvi le norme dell’accordo che alleghiamo al notiziario. L’art. 3 disciplina le modalità di adesione ovvero mediante la esplicita volontà o il silenzio – assenso, istituto regolamentato circa modi e tempi, dal successivo art. 4.
Ci preme evidenziare che entro 60 giorni decorrenti dalla sottoscrizione dell’accordo le amministrazioni sono tenute a fornire ai lavoratori informativa sul fondo con specifico ed espresso riferimento all’adesione mediante silenzio – assenso nonché al termine, decorso il quale, ha luogo l’iscrizione tramite la formula del silenzio – assenso. Entro sei mesi dall’informativa il lavoratore dovrà comunicare se vuole o non vuole iscriversi.
Se si dimentica oppure è impossibilitato… pazienza!
Era nostra intenzione allegare anche un modello facsimile di manifestazione di non adesione, ma crediamo che a breve verranno predisposti modelli da parte delle amministrazioni e, al fine di evitare possibili confusioni o fraintendimenti, al momento abbiamo ritenuto opportuno soprassedere.
Ovviamente ogni lavoratore può legittimamente farsi una personale opinione e decidere in autonomia e libertà come vuole destinare i propri soldi. Il nostro compito è di darvi tutte le informazioni, che magari altri omettono dal fornirvi oppure sono di difficile reperimento perché ben nascoste nelle pieghe regolamentari. Consigliamo, a quanti condividono le nostre idee, di prestare massima attenzione alle future comunicazioni sull’argomento da parte delle amministrazioni per non trovarvi iscritti a un fondo complementare a vostra insaputa.
Noi continueremo a tenervi costantemente informati.
Cordiali saluti
L’UFFICIO STAMPA