DDL Bilancio 2025 alla Camera, ancora niente sul TFS
Sequestro liquidazione: il governo continua ad ignorare i richiami della corte costituzionale, stiamo per presentare nuovi ricorsi in materia. Sostieni la raccolta firme su CHANGE.ORG
Contrastiamo ulteriori iniziative punitive per fare cassa sui pensionati
Come volevasi dimostrare. Il Disegno di Legge sulla manovra di bilancio 2025, che è approdato alla Camera, non reca alcuna disposizione per dare attuazione della sentenza della Corte Cost., la n. 130 del 2023 (vds. ns. Notiziario n. 15 del 27.07.2023) che, con riferimento ai pensionamenti di vecchiaia e a quelli per raggiunto limite ordinamentale, ha stabilito che il differimento del pagamento del TFS “contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione” ed è ulteriormente “aggravato dal vulnus della rateizzazione” e dagli anticipi erogati da INPS/Banche ritenuti “un finanziamento oneroso che riversa sul lavoratore il costo della fruizione tempestiva”, e da qui l’invito al legislatore ad “individuare i mezzi e le modalità di attuazione di un intervento riformatore”.
Un invito, però, ancora disatteso nel DDL Bilancio, che perpetua ancora una volta la grande “vergogna”, per dirla con il nostro Segretario Generale Marco Carlomagno, del “sequestro” operato a danno dei lavoratori pubblici.
Come noto, già da luglio CSE, CGS, CGIL, UIL, COSMED, CIDA e CODIRP hanno avviato unitariamente una raccolta firme (vicina oggi a raggiungere il primo traguardo delle 50mila firme) e promosso altre iniziative, in primis una serie di ricorsi in via di presentazione in diverse sedi giudiziarie (vds. Notiziario n. 13 del 16.07.2024) e, oggi, di fronte alla conferma dell’inerzia del Governo sul TFS, hanno predisposto un comunicato che qui riportiamo:
“Nonostante i richiami della Corte Costituzionale il Governo, anche nel testo del DDL della legge di bilancio, continua a ignorare il problema del sequestro della liquidazione dei dipendenti pubblici. Si perpetuano ipotesi diversive e il tentativo di allungare ulteriormente I’età pensionabile, la ricerca di convenzioni bancarie per l’anticipo del TFS, in pratica tutto ciò che serve a differire e a non pagare quanto dovuto. Per questo stiamo predisponendo ulteriori ricorsi finalizzati ad un nuovo pronunciamento della Corte Costituzionale e se necessario faremo ricorso anche alla Corte di Giustizia Europea. Per questo è importante il sostegno e la partecipazione di tutti sottoscrivendo e facendo sottoscrivere la petizione su change.org.
Le liquidazioni TFS/TFR sono salario differito maturato con anni di versamenti contributivi effettuati durante tutta la vita lavorativa. Perché fare cassa sui pensionati significa penalizzare chi ha versato tasse e contributi mantenendo lo stato sociale mentre i furbi con l’evasione, colpevolmente tollerata, si arricchiscono alle loro spalle con i condoni. II testo bollinato della legge di bilancio conferma la volontà di non voler affrontare il problema del sequestro del TFS, mentre nessun miglioramento è stato proposto per la flessibilità in uscita di fatto azzerata negli ultimi anni. Preoccupa l’elevazione del limite ordinamentale ad almeno 67 anni, e la conferma delle penalizzazioni, in parte retroattive, della precedente legge di bilancio.
Infine nessuna concertazione con la parte sociale è attualmente operativa. Per questo ogni firma e ogni voce di dissenso è un prezioso aiuto e un piccolo ma significativo atto di giustizia e di democrazia partecipata”.
Il comunicato unitario esprime inoltre giudizi preoccupati anche per quanto riguarda le misure presenti nel DDL Bilancio in materia di pensioni 2025 – che peraltro ripropongono per gran parte quelle da noi già anticipate con il Notiziario n. 18 del 14 u.s. -, delle quali daremo comunque conto con successivo Notiziario.
Il Coordinamento Nazionale CSE FLP Pensionati