CCNL Funzioni Centrali 2022 – 2024
Facciamo un po’ di chiarezza sugli adeguamenti stipendiali, arretrati e le altre voci retributive che troviamo sulle nostre buste paga, in particolare su quella di marzo
Da qualche giorno sono visibili sul sito NOI PA gli importi netti delle retribuzioni del personale del comparto Funzioni centrali del mese di marzo 2025.
Considerato che non sono invece ancora disponibili gli statini, e a fronte delle richieste pervenute in queste ore, riteniamo necessario fornire alcuni primi chiarimenti.
Preliminarmente occorre precisare che, non essendo disponibile la distinta delle singole voci retributive, le indicazioni fornite sono a carattere generale, in quanto potrebbero essere suscettibili di possibili variazioni derivanti anche dalle singole posizioni del personale.
QUANDO PERCEPIREMO GLI ARRETRATI DEL CCNL?
Così come comunicato da NOI PA, saranno erogati con una specifica emissione speciale, aggiuntiva allo statino, che sarà predisposta nel mese di marzo, a differenza di quanto in un primo momento indicato, che prevedeva l’aggiornamento degli stipendi e l’erogazione degli arretrati entro il mese di febbraio 2025.
PERCHE’ SI DICE CHE GLI ARRETRATI SARANNO CALCOLATI SOLAMENTE PER IL 2024?
Perché a fine 2023 è entrata in vigore una norma che ha disposto la rivalutazione dell’Indennità di Vacanza Contrattuale per un valore incrementale pari a 6,7 volte lo 0,5 % previsto dalla normativa vigente. Per effetto di tale norma, a differenza di quanto avvenuto nel passato, sul cedolino di stipendio di dicembre 2023 è stato erogato già una parte dell’incremento contrattuale 2022-2024.
PERCHE’ SUL CEDOLINO DI MARZO LEGGO CHE PERCEPIRO’
UN IMPORTO NETTO MINORE DI QUELLO DI FEBBRAIO?
Sullo stipendio di febbraio erano presenti 3 voci:
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IND. VACANZA CONTRATTUALE (lo 0,5% previsto dalla normativa vigente);
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ANTICIPO RINNOVO CCNL 2022-2024 (lo 0,5% moltiplicato per 6,7 volte previsto dalla norma vigente);
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RIMBORSO CONGUAGLIO FISCALE (a debito o a credito, dipende dalla situazione personale).
Sullo stipendio di marzo saranno presenti:
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INCREMENTO CONTRATTUALE A REGIME DEL 6% che comprenderà l’indennità di vacanza contrattuale e l’anticipo rinnovo CCNL. (ricordiamo che l’aumento complessivo a regime sarà maggiore rispetto al 3,78% del triennio 2016-2018 e al 4,08% del triennio 2019-2021);
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ADDIZIONALE REG. IRPEF
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ADDIZIONALE COMUNALE (SALDO E/O ACCONTO)
Sullo stipendio di marzo non è più presente invece:
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l’importo relativo al cd. “ESONERO CONTRIBUTIVO”. Nel 2024, i lavoratori beneficiavano di un taglio del cuneo contributivo del 6 o 7%, una misura che alleggeriva il peso delle trattenute previdenziali, aumentando così il netto in busta paga. Questo beneficio, che era stato introdotto con il Decreto Lavoro del 1° maggio 2023 per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori, non è stato rinnovato per il 2025, portando a un incremento delle trattenute previdenziali a carico del dipendente;
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non risulta ancora l’importo relativo al cd. “EROGAZIONE DEL CUNEO FISCALE”, un nuovo e diverso beneficio fiscale che dovrebbe mitigare l’effetto della soppressione del cuneo contributivo. L’assenza momentanea di questo beneficio fiscale ha un impatto diretto sul reddito netto percepito. Ricordiamo però che tale misura dovrà essere applicata comunque nel corso dell’anno e decorre dal mese di gennaio 2025, pertanto si stanno maturando già arretrati anche per questa voce.
AUMENTO DELLE INDENNITÀ DI AMMINISTRAZIONE
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sempre con emissione speciale del mese di marzo, NOI PA ha comunicato che avverrà il pagamento delle somme spettanti a titolo di aumento delle indennità di amministrazione disposte con il DPCM pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 gennaio 2025.
Pertanto bisognerà attendere quanto meno i cedolini dei prossimi mesi di aprile e maggio per poter “leggere” le variazioni intervenute a seguito dell’entrata in vigore del nuovo CCNL e le altre misure governative, indipendenti dal rinnovo contrattuale.
Al momento quindi è indubbio che sullo stipendio di marzo incideranno negativamente le variabili sopra rappresentate. Cosa che chiaramente riduce l’effetto dell’incremento contrattuale nella somma complessiva netta percepita dal personale, questione non risolvibile in sede di sottoscrizione del CCNL in quanto riserva di legge, ma che rende sempre più inaccettabile il peso fiscale gravante sul reddito da lavoro dipendente, che nel settore pubblico è ancora maggiore per l’assenza di politiche di defiscalizzazione del salario di produttività e dello straordinario.