CCNL Funzioni Centrali 2022 – 2024
Il Governo autorizza la sottoscrizione
Il Consiglio dei ministri, al termine dell’iter di controllo della Ragioneria Generale dello Stato, nella seduta del 23 dicembre scorso ha approvato la pre-intesa e autorizzato la sottoscrizione definitiva del CCNL Funzioni Centrali.
Ora l’ultimo passo è la certificazione da parte della Corte di Conti, che è attesa nei prossimi giorni.
Come FLP esprimiamo grande soddisfazione e siamo impegnati, anche in questi giorni, affinché si possa arrivare alla firma definitiva in Aran entro il 15 gennaio, al fine di garantire l’entrata in vigore del Contratto con l’aggiornamento delle buste paga, l’erogazione degli arretrati e tutte le parti innovative e migliorative che abbiamo definito nel nuovo CCNL, e che in questa sede vogliamo nuovamente ricordare:
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incremento medio degli stipendi pari a 165 euro lordi a regime;
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rifinanziamento dei Fondi delle risorse decentrate con un ulteriore superamento del tetto, pari allo 0,22% del monte salari, che va ad aggiungersi a quello già definito nel CCNL 2019-2021;
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implementazione del lavoro agile, con l’esplicito superamento del cosiddetto principio di prevalenza dell’attività in presenza, e riconoscimento del buono pasto per tutte le giornate in lavoro agile;
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possibilità di articolare la settimana lavorativa su 4 giorni su base volontaria;
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proroga al 30 giugno 2026 per l’effettuazione delle progressioni verticali in deroga, evitando lo scippo di tale istituto che stava avvenendo in tante Amministrazioni del comparto;
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elevazione del punteggio aggiuntivo nell’attribuzione dei differenziali stipendiali per coloro che non l’hanno ottenuto da più di 6 anni;
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elevazione dell’importo e procedure selettive trasparenti per l’attribuzione delle posizioni organizzative, ora individuate unilateralmente dalle Amministrazioni, superamento della precarizzazione delle funzioni e diritto al mantenimento dell’incarico dopo 8 anni di svolgimento;
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maggiori tutele per i colleghi ultrasessantenni con l’aggiunta di 2 ore alla 18 di permessi per visite mediche;
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esclusione del periodo di comporto in caso di gravi patologie;
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riconoscimento delle ferie anche nel periodo di preavviso;
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rafforzamento degli istituti di partecipazione a partire dalla contrattazione e dal ruolo e dall’esigibilità degli Organismi paritetici per l’innovazione;
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superamento degli attuali orientamenti negativi già adottati nella maggioranza delle Amministrazioni, con l’esplicita previsione del riconoscimento del buono pasto in caso di partecipazione alle assemblee sindacali;
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impegno congiunto delle parti a definire, nell’ambito del confronto con il governo, tutte le iniziative legislative necessarie per modificare l’attuale assetto normativo ai fini dell’aumento del valore del buono pasto, la graduale detassazione del salario aziendale, l’eliminazione dei tetti dei Fondi risorse decentrate, la piena esigibilità dell’Area delle elevate professionalità, ulteriori misure a tutela della salute e della prevenzione.
La firma del contratto, e lo stanziamento già previsto nella legge di bilancio per la tornata 2025-2027, e in proiezione anche di quella 2028-2030, consentiranno quindi l’avvio del negoziato per il rinnovo del triennio 2025-2027, permettendo finalmente l’allineamento del rinnovo contrattuale al triennio di svolgimento delle prestazioni.
Risultati questi, sotto gli occhi di tutti, che non possono essere certo inficiati dalla propaganda che, anche in questi giorni, l’improbabile trio Cgil Uil e Usb continua a propinare, per cercare disperatamente consensi ad un’iniziativa che si è rilevata del tutto fallimentare, non solo per le modalità del tutto unilaterali e non certificate di realizzazione, ma anche per le motivazioni addotte.
Assistiamo infatti, da un lato, al prolungamento sine die della “consultazione” prorogata sino al 31 dicembre per l’evidente scarsissima partecipazione, e dall’altro a comportamenti a dir poco incoerenti dal punto di vista negoziale.
Infatti, in pieno “referendum” che dovrebbe bocciare un contratto a dir loro “vergognoso” perché limitatosi a riconoscere solamente il 6% di incremento delle retribuzioni, il 18 dicembre a Palazzo Vidoni, in Funzione Pubblica, Cgil e Uil (Usb non è rappresentativa nel comparto) hanno firmato il CCNL comparto sicurezza che guarda caso prevede incrementi nel triennio pari proprio al 6%.
Con l’aggravante che in questo caso mancano tutta una serie di istituti che invece abbiamo con tenacia, e non senza fatica, strappato alla controparte con il rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali.
Che dire: ci troviamo di fronte all’ennesimo “strabismo” motivato evidentemente da una scelta unicamente propagandistica, mirata a capitalizzare il dissenso in vista delle prossime elezioni RSU.
Perché nel comparto sicurezza non ci sono le RSU e non si vota, e invece da noi si.
Ma tutto questo (ammesso e non concesso che la scelta “referendaria” fosse dettata dalla volontà di ”sentire la base”) non basta certamente a cancellare decenni di linea sindacale fatta di silenzi sul blocco di contratti, di supina accettazione del parametro dell’indicatore IPCA come percentuale per il rinnovo dei contratti (Indice Prodotti al Consumo al netto dell’incremento dei Prodotti energetici, in pratica l’inflazione programmata depurata dal fattore principale di aumento del costo della vita), o come nel caso della Uil, il silenzio assordante sulle scelte punitive fatte da Brunetta negli anni più bui di attacco al lavoro pubblico, (fannulloni, blocco del salario accessorio, stop alle progressioni di carriera orizzontali e verticali, tetto ai fondi, istituzione della tassa sulla malattia, etc).
La FLP in tutti questi anni si è battuta nei fatti e non a parole per difendere il lavoro pubblico e la sua centralità nel sistema Paese, per il diritto al rinnovo dei contratti, alla carriera, alla formazione, alla giusta retribuzione, subendo sulla propria pelle l’ostracismo dei diversi governi che si sono succeduti, dei vertici delle amministrazioni che ci vedevano come i rompiscatole di turno, non proni, perché non compiacenti o impegnati a occupare posti di potere o sottopotere.
E non siamo cambiati. Perché la nostra azione non è strumentale. Ma cerca di essere ogni giorno dalla parte dei lavoratori, dei cittadini e della parte migliore del nostro Paese.