CCNL Funzioni Centrali
Prosegue il negoziato, ma restano le criticita’
Facciamo sentire forte la contrarietà verso scelte che non solo porterebbero ad un contratto inadeguato, ma che segnerebbero in negativo anche gli anni a venire
Non sono bastate ventidue riunioni per dare un assetto soddisfacente al rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali. Passi in avanti sono stati fatti rispetto alla proposta originaria dell’Aran, permangono però ancora numerose criticità e siamo ormai giunti al termine di quella che dovrebbe essere la vigenza ordinaria del contratto.
Sull’ordinamento professionale il nuovo impianto, che dovrebbe consentire il pieno riconoscimento delle funzioni e professionalità acquisite dal personale negli anni tramite la possibilità di reinquadramento del personale di 1 e 2 area, nell’area superiore rispetto a quella di appartenenza, vincola tale possibilità a stanziamenti economici aggiuntivi, del tutto insufficienti e ancora in via di approvazione nel disegno di legge di bilancio 2022; esclude del tutto – incredibilmente – tale possibilità per il personale della terza area di poter accedere alla nuova Area delle elevate professionalità che, costituita sulla carta, “deve” rimanere vuota, per poter inquadrare nei prossimi mesi esclusivamente le assunzioni “semplificate” volute da Brunetta.
Il combinato disposto delle scarse risorse disponibili, unitamente all’individuazione di declaratorie di Area che oggettivamente mirano a cristallizzare l’esistente, e la creazione di ulteriori vincoli in materia di anzianità nell’Area, rendono all’attualità inesigibile o difficilmente attuabile uno degli obiettivi fondamentali di questo rinnovo contrattuale, tanto più che ne è prevista la concreta realizzazione non in sede di CCNL, ma in un secondo momento, Amministrazione per Amministrazione.
Quindi è meglio essere chiari.
Così come presente nella bozza di articolato Aran la norma di prima applicazione è una cambiale in bianco, e chi dice il contrario, dice il falso.
Le cose non vanno molto meglio sull’altro versante che è quello delle progressioni economiche.
Il nuovo modello basato sui differenziali stipendiali unici di Area in luogo delle attuali fasce economiche renderà più difficile per il personale progredire all’interno delle aree. Infatti, il finanziamento delle procedure rimane sempre a carico del Fondo risorse decentrate (sempre più scarso), i criteri diventano più selettivi con l’aumento del peso della valutazione del dirigente per almeno il 40% del punteggio, con l’allungamento dell’arco temporale (almeno 3 anni) come requisito per poter partecipare alle selezioni, e con la platea dei partecipanti che diventa unica per tutto il personale dell’Area rispetto ai differenziali che saranno attribuibili. E senza dimenticare l’altro aspetto che è quello connesso al sostanziale appiattimento dei percorsi professionali di questi anni con la collocazione di tutto il personale dell’Area nella posizione iniziale unica di Area.
Se a questo aggiungiamo che nella proposta Aran vengono anche ridotte le già scarse materie riservate alla contrattazione decentrata, con un’ulteriore sforbiciata sulle misure di sicurezza sui posti di lavoro e sui riflessi sulla qualità del lavoro e della professionalità a seguito delle innovazioni organizzative ( che oggi sono materia di contrattazione e che hanno permesso in piena emergenza pandemica di assicurare la sicurezza sui posti di lavoro), che nessun miglioramento viene apportato all’istituto dei permessi per le visite specialistiche e gli accertamenti diagnostici, ignorando la nostra proposta come FLP di assimilare all’istituto della malattia tutte le prestazioni, sia preventive che successive, in caso di malattia oncologica o da covid, che vengono ipotizzate soluzioni in materia di posizioni organizzative e di responsabilità di gran lunga peggiorative e penalizzanti rispetto all’esistente per il personale delle agenzie fiscali e degli Enti Pubblici non economici, il quadro che emerge è assolutamente preoccupante.
In una situazione in cui gli stanziamenti economici per il triennio 2019/2021, così come definiti dalla rispettive leggi di bilancio producono incrementi tabellari a regime che a fatica raggiungono gli 80 euro lordi mensili, nonostante il balzo dell’inflazione che in questi mesi è ripresa a correre, gli aspetti qualificanti del nuovo contratto debbono essere quelli del nuovo ordinamento professionale, del miglioramento della parte normativa in materia di diritto alla salute e alle cure, del rilancio della contrattazione integrativa sia sulle materia nella disponibilità delle parti che nelle risorse complessive dei Fondi che non possono essere soggette come in questi anni a decurtazioni e a tagli.
Se poi pure su questi punti le soluzioni non ci sono, o avvengono al ribasso, è di tutta evidenza come non ricorrano al momento le condizioni per la definizione del CCNL.
Così come non è pensabile un CCNL che alla fine si riduca ad una operazione di normalizzazione e penalizzazione per quelle realtà che in questi anni hanno conquistato nei contratti degli ex comparti di riferimento alcune conquiste che oggi si vorrebbero azzerare.
Per questo, per evitare che, come al solito, approfittando del periodo natalizio ci cucinino un pranzo indigesto che produrrà i suoi effetti negativi per gli anni a venire, facciamo appello alle lavoratrici ed ai lavoratori a far sentire forte la loro voce prima che sia troppo tardi, a manifestare la loro contrarietà alle controparti verso scelte che interessano e fanno comodo solo a loro, impegnando altresì tutte le Organizzazioni sindacali presenti al tavolo a dare conto delle loro azioni e delle loro scelte .
Non è questo il momento dei resoconti e delle narrazioni e omissive, ma quello dell’assunzione delle responsabilità.
L’Aran ha dichiarato che non si muoverà dalle sue posizioni e che non vi sono ulteriori margini di modifiche al testo presentato, convocando per oggi, lunedì 13 e domani, martedì 14 dicembre allo scopo di chiudere il negoziato.
Sta a noi, ma sta anche e soprattutto a tutti voi, cambiare sceneggiatura e finale.
Per questo chiediamo a tutte le nostre strutture di organizzare da subito assemblee del personale e tutti i necessari momenti di confronto con le lavoratrici e i lavoratori, prevedendo iniziative che diano visibilità alla vertenza che intendiamo mettere in campo, facendo pervenire specifiche mozioni assembleari e raccogliendo firme a sostegno di documenti che denuncino le criticità del contratto che vorrebbero firmare e sostengano le nostre richieste di modifiche del testo proposto da Aran.
A tal fine alleghiamo al Notiziario un documento da far girare, condividere, sottoscrivere e inviare ad Aran e ai sindacati rappresentativi del comparto Funzioni Centrali. Abbiamo lanciato anche una petizione su Change.org, affrettati a firmarla e a condividerla: clicca sull’immagine sottostante per aprire la pagina dove firmare.
FIRMA LA PETIZIONE Per un contratto che innovi la PA e valorizzi il lavoro pubblico https://chng.it/9Zk7x2Fm7S |
La Segreteria generale